“LA DODICESIMA NOTTE, O QUEL CHE VOLETE”
di William Shakespeare
tradotto e diretto da Marco Ghelardi
con Ernesta Argira, Cristiano Dessì, Silvia Quarantini, Mariella Speranza
scene e Costumi Marianna Fernetich
assistente alla regia Simona Schito
organizzazione Sara Ravetta
assistenti alle scene e costumi
Carola Giabbani, Elena Greco
La trama
Ambientata nell’antica regione balcanica dell’Illiria, racconta una storia di amori e inganni, nella quale i gemelli Viola e Sebastian, a seguito di un naufragio, si trovano a conoscere il Duca Orsino e la dama Olivia. Orsino ama Olivia che ne ignora la corte, ma quando si trova davanti al messaggero di Orsino (la giovane Viola che dopo la perdita del fratello si è camuffata da uomo per entrare al servizio del Duca), se ne innamora, scatenando una serie di eventi e imprevisti che condurranno al lieto fine. Una sottotrama, importante ai fini dello svolgimento della trama, vede protagonisti i personaggi che popolano la corte di Olivia: il giullare Feste, il maggiordomo Malvolio, la cameriera Maria, lo zio Sir Toby, il servo Fabian e Sir Andrew Aguecheek. Il maggiordomo Malvolio viene beffato dagli altri cinque che, falsificando una lettera, gli fanno credere di essere oggetto di attenzioni da parte della padrona Olivia.
La dodicesima notte, come tutte le commedie più note di Shakespeare, ha riscosso successo anche nelle epoche successive, e la sua storia viene tuttora rappresentata e adattata in forma teatrale e cinematografica.
Alcune informazioni sul testo
La dodicesima notte o Quel che volete (in inglese: Twelfth Night, or What You Will) è una commedia in cinque atti scritta da William Shakespeare tra il 1599 e il 1601.
Il titolo allude alla festa della dodicesima notte (corrispondente all’Epifania) chiamata in questo modo per il numero dei giorni che trascorrono dal Natale fino alla festività. Fu rappresentata con certezza il 2 febbraio 1602 al Middle Temple Hall ed è stato ipotizzato[1] che la prima assoluta sia avvenuta un anno prima, proprio il giorno dell’Epifania. Le sue origini letterarie derivanoda Gl’ingannati, una commedia italiana allestita a Siena dall’Accademia degli Intronati nel 1531.
Note di regia
Per molti la più bella commedia di Shakespeare, la vicenda racconta della beffa ordita ai danni del sussiegoso maggiordomo Malvolio e dell’amore tormentato di Viola per il Conte Orsino, reso ancora più arduo dal travestimento di lei in un uomo e risolto dall’apparizione del gemello Sebastiano. Ma nella fantastica Illiria in cui è ambientata la storia non manca il fool (= pazzo / buffone) Feste, che poi tanto pazzo non è, e che anzi ci fa vedere sotto una luce diversa i personaggi “normali”. E a fare le spese di questa situazione è proprio il povero Malvolio, uomo normalissimo, rinchiuso e additato come folle: chi è normale quando la propria normalità è sottoposta a esame da parte di un pazzo?
A mettere in scena Shakespeare c’è sempre una trappola, quella di rifarlo pari pari. Ma a noi l’estetica 1:1 in cui una porta in scena è solo una porta e un corpo è solo una psiche individuale non ci interessa. Anche perché la Dodicesima Notte è la storia di un uomo normale considerato pazzo. Oppure la Dodicesima Notte è la storia di un pazzo che si crede un uomo normale. Oppure è tutta l’Illiria ad essere pazza e l’unico saggio è il buffone.
Senz’altro saremmo noi dei pazzi a farla normalmente.
La dodicesima notte, o quel che volete.
Il regista Marco Ghelardi
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